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2016 “Le Piazze…Fanno Centro” Viterbo

Concorso Nazionale di Idee “Le Piazze…Fanno Centro” Comune di Vietrbo (VT)

Ente banditore: 
Comune di Vieterbo

Anno: 2015

Importo dei lavori: € 3.500.000,00

 


 

Il concorso di idee, bandito dal comune di Viterbo, prevede una serie di interventi finalizzati alla riqualificazione di una vasta area del centro storico di notevole valenza storico-culturale e ambientale.

Il progetto di recupero e riqualificazione funzionale, delle Piazze e delle vie che configurano il centro storico, nasce dall’idea di voler riportare la città di Viterbo agli antichi splendori, restituendo brani di città oggi senza identità specifica, tanto da invalidare le reali potenzialità che la collocazione e il retaggio storico (con miti e leggende) le hanno sempre conferito. Il progetto di rigenerazione delle Piazze, degli assi viari e pedonali si fonda sulla necessità unitaria di ridefinire un’identità spaziale sino ad ora frammentaria e irrisolta e, al contempo, di valorizzare e rispettare l’unicità dei “luoghi” che s’impongono con forza iconica nel tessuto urbano, costituendone importante elemento catalizzatore.

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La città di Viterbo, oltre ad essere famosa come la “Città dei Papi”, è ricordata per le sue acque termali. La sorgente più famosa è quella del Bullicame, decantata nei i versi del XIV canto dell’Inferno della Divina Commedia da Dante.

Inoltre una leggenda narra che:
un dì Ercole si trovava sui Monti Cimini alla ricerca delle ninfe Melissa e Amaltea, la gente del luogo lo osservava e, affascinata dal suo aspetto fisico, gli chiese di dare dimostrazione della sua forza. Forse infastidito dalla loro licenziosità, Ercole scagliò la sua possente clava con tutta la sua forza, conficcandola nel terreno, giù per il declivio. Poi, con altrettanto tono di altezzosità, invitò i presenti a estrarla dal terreno. Vani furono i tentativi della gente del luogo, uomini nerbuti, muscolosi, gagliardi e presuntuosi tutti vollero misurare la loro forza e tutti miseramente fallirono, nessuno di loro riuscì a smuovere la clava di un’unghia.

È proprio da questa leggenda e dal canto dantesco che trova ispirazione l’idea progettuale. La narrazione inizia appunto in piazza del Plebiscito dove una fontana, come clava conficcata nel terreno, origina un “bulicante fiume” che defluisce tra le vie principali del centro storico, genera un percorso di connessione tra le sette piazze e riunificandole, ne racconta la nobile storia.

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La “clava” è costituita da quattro elementi formati ognuno da una struttura portante in acciaio rivestita da lastre in corten di altezza variabile (altezza massima 14 metri, spessore 20 cm) e dalle forme organiche che riprendono con tono minimalista il profilo di una clava, mentre la sorgente d’acqua è realizzata con elementi a raso pavimento che lasciano inalterato lo spazio urbano nei momenti di spegnimento del sistema. Tali elementi permettono sia l’erogazione degli zampilli d’acqua sia il suo defluire, con effetti scenografici possibili grazie alle luci incassate al loro interno.

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L’elemento “fiume” unisce geometrie euclidee e spazi flessibili da vivere e fruire, al tempo stesso, nell’intero e nelle parti, legati sia alla quotidianità sia alle occasioni eccezionali: spazi in cui l’individuo si senta contenuto seppur libero di decidere sul proprio permanere. Luoghi pensati come spazi adattabili, facilmente attrezzabili secondo gli eventi che ospitano, grazie al disegno degli arredi così distribuiti da costituire elementi ordinatori dell’aree e dei percorsi e pronti ad accogliere servizi aggiuntivi per manifestazioni ed eventi. Il segno del progetto è minimale ed è incarnato da pochi, essenziali elementi: pietre, ferro, acqua e luce. Il progetto interviene con nuove geometrie ma si affida anche alle geometrie già presenti, con il compito di delineare i luoghi ove gli edifici e il contesto possano incontrarsi e armonizzarsi, attraverso la complessità e molteplicità degli elementi stessi.

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La pavimentazione che individua il percorso del fiume richiama cromaticamente i percorsi fluviali e si caratterizza per il suo acciottolato chiaro in contrasto con il grigio scuro dei sanpietrini. Con il suo sinuoso tracciato genera scorci visivi di estrema suggestione come ad esempio l’innesto di Via Cavour su Piazza Plebiscito, con lo sfondo della nuova fontana. Il tracciato del “fiume bulicante” non è casuale ma rispetta delle regole ben precise. Si è immaginato, infatti, che gli elementi fisici e morfologici (edifici storici, di culto, strade, variazioni altimetriche, ecc.) che man mano il “fiume” incontra lungo il suo percorso ne influenzano la forma, generando anse, curve e tensioni.

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Porta Romana e gli ascensori di Piazza San Lorenzo (di recente realizzazione) sono indicati dall’amministrazione quali luoghi di inizio del percorso di rivitalizzazione del centro storico di Viterbo. Nella nostra proposta progettuale si e’ pensato di “segnare” questi importanti luoghi con due portali stilizzati in acciaio corten che rappresentano l’ingresso al “fiume bulicante” che collegando le principali piazze viterbesi da corso alla simbolica narrativa della storia della città. Sui due portali saranno infatti impressi, con caratteri a rilievo, i versi della Divina Commedia (XIV canto dell’inferno) nei quali il sommo Dante Alighieri cita il “Bullicame” di Viterbo. I portali, caratterizzati dalla rappresentazione stilizzata dell’arco medievale, si collegano stilisticamente alla storia architettonica della città.

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Il dehor progettato per le attività commerciali delle vie del centro storico, si caratterizza per la leggerezza dei materiali e delle forme, oltre che per la modularità e la smontabilità degli elementi che lo costituiscono. Il modulo base (2,40m x 4,80m) può essere moltiplicato per adattarsi agli spazi disponibili, alle esigenze delle attività commerciali e quindi essere utilizzato in tutto il centro storico. Strutturalmente è composto da elementi portanti verticali in acciaio corten, la cui forma riprende quella degli archi, elemento architettonico presente in varie parti della città. Gli elementi verticali, sono ancorati ad una base metallica, rivestita in legno e sorreggono una copertura leggera, anch’essa in legno, nella quale scorrono tende impermeabili motorizzate. Altra caratteristica del dehor è la massima trasparenza su ogni lato, resa possibile dall’uso di schermature in plexiglas, tale scelta progettuale, oltre ad esaltare la leggerezza delle forme architettoniche, garantisce ed esalta la vista dei monumenti e degli edifici storici.

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